vendredi 17 février 2012

Guardare nel paesaggio



Claude Raffestin (2005, Dalla nostalgia del territorio al desiderio di paesaggio, Elementi per una teoria del paesaggio, Firenze, Alinea Editrice, 139 p.), nel suo libro mette in rilievo, riferendosi ad autori come il filosofo Karl Popper, l'esistenza di tre mondi costitutivi della realtà:

"Il Mondo 1, nel quale si prendono in considerazione gli stati materiali delle cose e degli esseri viventi, il Mondo 2 che testimonia degli stati di coscienza che possiamo associare alla conoscenza soggettiva (pensieri, emozioni, ricordi, sogni, immaginazione) e infine il Mondo 3, nel quale interviene il logos, la conoscenza oggettiva o eredità culturale. Interrelati, questi "Mondi" costituiscono un metodo per conoscere la realtà, non soltanto materiale, ma anche rappresentata." (p. 10)
Questa idea dei tre mondi (quello oggettivo-materiale, quello soggettivo e quello razionale-scientifico) applicata al nostro progetto potrebbe essere modellizzata in tre livelli:
- alla base, il Mondo 1, materiale e oggettivo, che è quello sul quale (ma anche: nel quale) costruiremo i nostri percorsi (a piedi, principalmente; torneremo sul concetto di marcia);
- sopra, il Mondo 2, la cui caratteristica - soggettiva - prenderà corpo facendo capo ai cinque sensi (l'udito, l'odorato, il gusto, il tatto e, soprattutto la vista);
- e infine, il Mondo 3, il mondo che il logos saprà trovare: quello che potremmo chiamare la territorialità che vari tipi di documentazione (storica, sociale, ecc.) ci permetteranno di ricostituire.

Prendendo una metafora facendo riferimento al Mondo nel senso più strettamente geografico del termine - il pianeta Terra, per intenderci - il Mondo 1 sarebbe la realtà sottomessa alla forza di gravità, il Mondo 2, il come viviamo la forza di gravità e il Mondo 3 il come spieghiamo la forza di gravità.

Andare a spasso (che sia qui ... lo "spasso", proprio ad ogni pratica di ricerca?) significa immergersi in un ambiente, affilando i propri sensi (i cinque, più il sesto che è quello dell'immaginazione o semplicemente della fantasia) e riflettere sul significato di quel che traspare da questa relazione tra materialità e soggettività. Guardare nel paesaggio (che per ora non abbiamo ancora definito) è un tentativo di identificare ciò che nasce, appunto, da questa relazione.

Ginevra, 17 febbraio 2012



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